Dal 2005, WINDCHILI ricerca le origini più profonde e genuine del viaggio, traducendole nell’approccio più autentico: l’esplorazione. Solo abbandonando la certezza della ripetizione di chi ci ha preceduto è possibile assaporare la vera emozione dell’avventura. Emozione che, sicuramente, non è solo gioia e divertimento. È, invece, titubanza, tensione, tentativo. È affrontare la natura con un approccio che, per quanto non potrà mai essere tale, ricalca lontanamente l’approccio dei pionieri di fine ‘800 e primi ‘900. Penso ai grandi nomi dell’esplorazione, come Ernest Shackleton, Albert Mummery, Umberto Nobile, Percy Harrison Fawcett o ai protagonisti più recenti, quali Leonard Clark, Bernard Moitessier, Walter Bonatti. Questa è oggi, senza alcuna pretesa di emulazione dei celebri nomi citati, la filosofia di WINDCHILI. In linea di principio, quindi, saranno presentate esperienze di avventura fuori dai principali sentieri, in ambienti remoti e selvaggi, alla ricerca di quella natura preservata ed incontaminata che ancora, fortunatamente, esiste per chi abbia l’entusiasmo e la passione di ricercarla.
L’esplorazione
Ardua l’impresa dell’esploratore contemporaneo.
Alessandro Magno fu forse l’esploratore più appagato della storia; ogni sua conquista, ogni sua mira, dietro all’indubbia volontà di creare l’impero più esteso del mondo, celava una smisurata sete di conoscenza dell’ignoto. E quell’ignoto, Alessandro lo trovava oltre ogni guado indiano, al di là di ogni montagna asiatica.
Già gli esploratori della prima metà del novecento dovettero lavorare più di fantasia per trovare mete da esplorare. L’inglese Percy Harrison Fawcett dedicò la vita alla ricerca della mitica città di “Z”, nota anche come El Dorado, scomparendo in Amazzonia nel 1925. Il meno noto Leonard Clark – meriterebbe quanto meno un film alla stregua del compianto Fawcett – perseguì accanitamente i medesimi obiettivi un ventennio più tardi, nel 1946.
Nella seconda metà del novecento, le aree del pianeta non sottomarine/sottorreanee ancora da esplorare si riducevano drasticamente. Gran parte delle vette alpine venivano scalate tra la fine dell’800 e la prima metà del novecento. Gran parte delle vette himalayane ancora inviolate veniva conquistata nella seconda metà del novecento.
In sostanza, oggi sembrerebbe davvero impossibile trovare luoghi inviolati. Restano sicuramente alcune inestricabili giungle, i poli, i ghiacci della Groenlandia, alcune cime che, più per ragioni politiche che tecniche, non sono mai state esplorate (il Gangkhar Puensum in Butan, ad esempio). Tuttavia, molto v’è ancora da esplorare, semplicemente mutando approccio. Vi sono montagne nelle Dolomiti le cui cime sono scalate da migliaia di persone, ogni anno, eppure a poche centinaia di metri magari esistono cenge o canali inviolati che possono condurre ad antecime, dorsali, terrazze completamente vergini. E così nel bosco: una mulattiera può risultare particolarmente affollata in estate e magari, a poche centinaia di metri, esistono valloncelli o piccole radure totalmente inviolati o, ancora, antiche tracce di cacciatori perdute nell’oblìo. Questa è esattamente l’esplorazione in stile WINDCHILI!
Chi sono
WINDCHILI sono io, Diego. Tutto quello che faccio, peraltro, le avventure, le spedizioni, i viaggi, esistono grazie ai fedeli amici che negli anni mi hanno seguito, sposando il progetto e condividendo l’entusiasmo. Una lista sarebbe davvero infinita ma, mentre scrivo, vedo nella mia mente i volti e i nomi di chi mi ha incoraggiato, di chi si è fidato, di chi mi ha ringraziato per le intense esperienze condivise. E tutti questi, che costituiscono la vera anima di WINDCHILI, io ringrazio di cuore!
Blog
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