Esplorazione della grotta di Val Montejela e salita all’omonima forcella

DIFFICOLTÀ COMPLESSIVA: EE; F.

DISTANZA: 11 km – DURATA: 7 h – DSL: 1200 m+

DATA: 17 novembre 2024

Premesse

L’avventura odierna completa (o quasi!) la traversata compiuta nel settembre del 2023. In particolare, dopo l’apertura della via Valleferro-Ganeo, in discesa dalla Croda Rossa Piccola, scorgemmo una cavità collocata intorno a quota 2600m sulle pareti della Crodaccia Alta. Eravamo allora piuttosto provati e non cogliemmo l’occasione di andare ad esplorarla. Non solo; in occasione dell’apertura della via eravamo giunti ad una quota di 2730m, mancando la forcella di circa 150 metri più a O. Non si era quindi potuto scendere in Val Montejela per l’impluvio generato dalla forcella ma avevamo dovuto praticare una discesa piuttosto complessa su roccia completamente marcia. Oggi, invece, ritengo di aver individuato la via corretta per giungere in forcella dalla Val Montejela. La concatenazione in cresta con il punto di arrivo della Valleferro-Ganeo resta ancora da percorrere… passo dopo passo… vedremo di arrivarci! Compagno dell’odierna avventura è il buon Paolo, sempre fortissimo ed entusiasta, che scopre per la prima volta le bellezze della Val Montejela!

Relazione dell’avventura

Lasciata l’auto nei pressi di Malga Ra Stua, si seguono le indicazioni per salire in Val Montejela come da relazione “Esplorando Ra Montejela” del 19 ottobre 2020. Impressionante come oggi, rispetto alla precedente esplorazione di ottobre 2020, la valle sia sgombra da neve, anche alle quote più elevate. Entrati in Ra Montejela, si procede senza traccia obbligata salendo verso la sezione apicale settentrionale della valle. Si giunge al gradone roccioso che separa la Val Montejela “pianeggiante” da quella più “ripida” e solo qui troviamo qualche timida spolverata di neve, là dove il sole si affaccia ormai solo nelle ore centrali. La temperatura è piuttosto rigida, sotto zero, ed un leggero venticello aumenta la percezione del freddo. A mezzogiorno siamo nel lobo orientale ripido della valle e, solo allora, il sole inizia a scaldarci, complice anche la fatica che aumenta.

L’incedere è ora piuttosto faticoso, su fondo grossolano ed instabile, ma almeno il sole ci dona un po’ di tepore. L’ingresso della grotta è ora nitidamente visibile e, proprio quando ci troviamo a non più di una trentina di metri, una scarica rimbalza tra le pareti della Crodaccia per precipitare esattamente là dove dovremmo entrare. Questo non è un buon segno. Ho visto benissimo la traiettoria dei sassi e mi domando se sia il tipico canale che scarica di continuo oppure se il colpevole sia il fratello del camoscio che abbiamo poc’anzi incontrato nel mezzo della valle. Rifletto al riparo di un grande masso ed attendo Paolo per un confronto sul da farsi. Aspettiamo almeno cinque minuti e nulla più cade. Evidentemente, era il camoscio birbantello. Riprendiamo quindi la salita fino a proteggerci rasenti alla parete della Crodaccia Alta.

Un paio di passi sull’infido e ripido ghiaino e guadagniamo l’ingresso della grotta! Si tratta di un’unica camera profonda circa venti/trenta metri, alta fino a tre metri e larga massimo sei metri. Curiosi stalagmiti ghiacciati impreziosiscono il fondo della spelonca, dalla quale dominiamo un panorama sensazionale sulla valle sottostante.

Salutiamo quindi la nostra inedita grotta, domandandoci quando fu l’ultima volta che passo umano ne solcò l’ingresso. Ritorniamo al riparo dalle scariche rasenti alla parete della Crodaccia Alta e qui mi salta il matto 🙂 Di fronte a me c’è un varco serenamente affrontabile con un facile scrambling. Sebbene non vedo la forcella, il mio fiuto mi dice che dovrebbe essere proprio sopra di me… e decido quindi di iniziare la salita della parete per trovare la via alla forcella! Salgo di almeno una ventina di metri, portandomi leggermente sulla sinistra, verso una spaccatura che cela un impluvio ben poggiato… ed eccola, la forcella è sopra di me, a non più di una cinquantina di metri. E la via è incredibilmente “comoda”. Per quello che posso capire, la forcella sembra essere un piccolo terrazzino di terriccio rossastro, a quota 2723m, su cui si innestano la parete della Crodaccia Alta e la dorsale della Croda Rossa Piccola… parecchio distante dal punto di arrivo della via Valleferro-Ganeo!

Ecco la traiettoria di salita percorsa dalla Val Montejela.

Ed ecco, invece, la traiettoria di salita della Valleferro-Ganeo dalla grande cengia N della Crodaccia Alta, con rappresentazione del numero di tiri. È evidente quanto i due punti di arrivo siano parecchio distanti!!!

Lieto per la scoperta e, soprattutto, per la variazione sul tema non programmata, mi rimetto sui miei passi. Appena mi giro, mi rendo conto che sono salito con così grande entusiasmo e spinta che non mi è chiaro quale sia la via che ho percorso! Mi faccio una fragorosa risata per il grave errore commesso: dopo tutti questi anni di montagna fuori dai sentieri, realizzo di non essere nemmeno all’altezza di Hansel e Gretel! Improvviso quindi una discesa per la via che mi sembra più diretta e… finisco per incrodarmi in una parete che non ha proprio nulla del facile scrambling appena salito. Penso quindi alle parole del mio Maestro Edoardo Valleferro, tutte le volte che in discesa mi invita a fidarmi e a non farmi impressionare dalla percezione di vuoto, e, passo dopo passo, disarrampico fino a vedere Paolo nel ghiaione sottostante!

Atterro finalmente sul sicuro suolo della Val Montejela e, corricchiando sulle mobili ghiaie, raggiungo Paolo per una merita sosta e, soprattutto, per un meritato spuntino (solo nel quarto d’ora di disarrampicata devo aver perduto 2000 calorie). La discesa per la Val Montejala si svolge, come sempre, in un ambiente maestoso. Non un rumore, non un’anima viva disturba il nostro incedere. Da qualche parte, sulla Pala de Ra Fedes, sappiamo che il nostro amico camoscio ci sta osservando incuriosito. Sarà lo stesso camoscio solitario che avevo incontrato nell’ottobre del 2020? Sorrido, al pensiero. La discesa avviene come da precedente relazione, sino a giungere a Malga Ra Stua. All’arrivo, il sole è tramontato, il termometro segna già 0°C e sono le 16.00. Gli ultimi raggi di sole accendono di rosa le magiche rocce della Croda Rossa d’Ampezzo.

Per approfondimenti, vi invito a leggere anche la relazione dell’amico Paolo, che ringrazio per il magnifico video dell’avventura.

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