Traversata di Forcella Antelao per il Giou de Ciauderona

(o giro ad anello dei Festinati)

DIFFICOLTÀ COMPLESSIVA: EEA; AD (due passaggi delicati su roccia liscia, umida e compatta, rispettivamente III+ e III. La difficoltà aumenta proporzionalmente alla presenza di acqua corrente nel canale).

DISTANZA: 13 km – DURATA: 7 h – DSL: 1.200 m+

DATA: 17 agosto 2024

Premesse

Partiamo da un presupposto: tutto quello che di emozionante è stato detto sulla traversata di Forcella Antelao è già stato detto dall’amico Paolo e può essere sintetizzato in questo video. La presente relazione, infatti, intende descrivere la traversata di Forcella Antelao, dalla Val d’Oten ai Piani dell’Antelao, superando il Giou de Ciauderona, completando quel tratto là dove Paolo si era infortunato l’anno scorso ed era stato costretto ad abbandonare l’impresa. Ricordo ancora la sua telefonata nel pomeriggio del luglio 2023, quando mi disse “sai cosa mi è appena successo?….” Ecco quindi che riproviamo l’anello, nel senso opposto a quello tentato da Paolo l’anno scorso, in compagnia dell’abile Edoardo! Relazioni dell’itinerario, come di consueto, non ne ho reperite. Esistono solo delle relazioni della salita invernale in sci alpinistica, che derubricano l’ascesa ad una difficoltà di 2/5… ma, si sa, la neve copre tutto! La salita al Monte Ciauderona (2587m) – per gli amici una volta chiamato anche “Nas” – è citata da Ottone Brentari, nella guida del 1909 “Cadore e Valle di Zoldo – Guida storico-turistica”, partendo dal Cason Antelao, e non dall’omonima forcella. Perché si chiami Forcella Antelao, poi, dividendo il monte Ciauderona dai Festinati, resta davvero un mistero…

Relazione dell’itinerario

Lasciata l’auto a quota 1300 in zona Pian della Gravina si traversa il greto del torrente Òten mirando all’evidente Giou de Ciauderona.

Il Giou de Ciauderona ha la forma di una clessidra: un’ampia sezione inferiore, un drastico restringimento al centro ed una più ampia sezione apicale. La progressione nella sezione inferiore del Giou è tranquilla e agevole. La pendenza è contenuta e si sale, tenendo la destra, sui grandi massi di una recente ed imponente frana staccatasi dal versante N dei Festinati, che ha letteralmente colmato il Giou. Una certa impressione suscita l’osservazione del tetto strapiombante sotto il quale è avvenuto il distacco… quanto reggerà?!

Superata la frana, il canalone si restringe drasticamente. I compatti liscioni glaciali del Ciauderona si innestano nelle corrugate pareti N dei Festinati. L’acqua dei sovrastanti nevai si convoglia nello stretto e ripido canale e lo leviga ulteriormente, lasciando una superficie rocciosa umida e spesso coperta da un sottile strato di muschio. La soluzione di ascesa appare duplice: o si sale dentro il canale, per via evidente ed obbligata, oppure è possibile aggirare verso destra, sulle rocce del Ciauderona, con scrambling fantasioso. La seconda soluzione presenta una certa alea; ciò che sembra facile dal basso potrebbe portare ad incrodarsi in parete. Inoltre, una caduta comporterebbe lo scivolamento per diverse decine di metri senza possibilità di fermarsi. Scegliamo quindi la prima soluzione, anche per divertirci in un’arrampicata che già si presenta piuttosto tecnica ed audace! L’ostacolo è già di fronte a noi. Un enorme masso incastrato tra le pareti dei Festinati e del Ciauderona sbarra la via. Si tratta di superarlo risalendo sulla destra. Ad un primo sguardo, l’ascesa sembrerebbe agevole. Il piano è davvero liscio ma la parete è piuttosto poggiata. Giunti alla base del masso, tuttavia, percepiamo i primi inconvenienti. Innanzitutto, uno strato di muschio scivoloso copre la roccia. Non da meno, il superamento del masso implica uno spostamento sulla destra in assenza di alcun appiglio. L’eventuale scivolamento comporterebbe una caduta per 4-5 metri a valle su roccia levigatissima.

Ci imbraghiamo e faccio sicura ad Edoardo che riesce a piazzare due friend sull’umida fessura ai piedi del macigno. Così facendo, qualora dovesse cadere nello spostamento verso destra, dovrei essere in grado di tenerlo frenando lo scivolone a valle. Ovviamente, Edoardo non cade e, come di consueto, sgattaiola leggero a monte del masso, dove appronta una sosta per assicurare Paolo ed il sottoscritto. È il turno di Paolo ed in chiusura vado io, avendo cura di rimuovere i due friend. Un passaggio di III+ particolarmente delicato che necessita di essere affrontato in sicurezza per prevenire una caduta senza possibilità di arrestarsi se non diversi metri più a valle.

Lieti che nel canale non scorra l’acqua come l’anno scorso nel primo tentativo di Paolo, si prosegue ora verso il successivo ostacolo. Spingendosi dentro una fessura nella roccia si guadagna il più possibile altezza per poi spingersi in fuori sulla placca. Alcuni piccoli appigli consentono una progressione sicura ed il superamento di questo secondo passaggio (III grado) risulta più agevole rispetto al precedente.

Si procede ora su facili roccette con scrambling divertente fino a giungere nella sezione apicale del Giou, dove il canalone si apre nuovamente e, sui liscioni del Ciauderona, riposano i resti di un nevaio. L’incedere non è più ora sulle compatte rocce del Ciauderona ma su sfasciumi e rocce marce. Si sale a fatica cercando un appiglio che non si sgretoli. Un imponente torrione si staglia ora sopra di noi. È la tipica conformazione rocciosa che siede sulla forcella Antelao.

La forcella, in verità, appare tripartita: a N, una stretta sella erbosa da cui si ergono le compatte pendici del Ciauderona (2587m) costituisce la quota più elevata, con i suoi 2188m. Al centro, una stretta sella rocciosa conduce ai piedi del torrione. Verso S, sull’altro lato del torrione, una marcata sella segna l’inizio dei Festinati.

Dopo una breve pausa ristoratrice, iniziamo la discesa verso i Piani dell’Antelao. Su un ripido pendio erboso, si perde velocemente quota mirando alle pendici dei Festinati, sino ad incrociare un impluvio franoso sui cui margini sono collocati due ometti. Sono i primi ometti che troviamo nel corso della giornata. Si traversa l’impluvio e la traccia conduce ai piedi dell’imponente parete rocciosa dei Festinati.

Inizia ora una ripida e faticosa discesa, sempre costeggiando le pareti a picco dei Festinati, su terreno a tratti erboso ed a tratti franoso. Si perde rapidamente quota, sino a deviare entro un piccolo canale detritico immerso tra i mughi.

Si segue quindi il canalino, superando qualche piccolo e divertente salto, fino a giungere al termine della colata detritica che si adagia sull’amena piana dei Piani dell’Antelao. Da qui, piegando a sinistra, si prende il sentiero n. 258 che, superando le Porte dell’Antelao, scende in mezzo al bosco sino al Bar alla Pineta, quota 1044. Peccato però che la macchina sia a quota 1300 sulla strada sterrata! Alla ricerca delle ultime energie, in 40 minuti, si arriva finalmente al mezzo!

Nota conclusiva

Questo è il tipico itinerario dove 13km di incedere relativamente facile possono essere complicati – ed eventualmente compromessi – da 50 metri di passaggi abbastanza difficili. È esattamente quanto successo all’amico Paolo nel suo primo tentativo: aveva quasi completato il giro ad anello ed ha rischiato di farsi mooolto male in questi fatidici 50 metri. In conclusione: trattasi di un itinerario da affrontare con estrema cautela. I passaggi critici sopra descritti devono essere affrontati in sicurezza e prestando particolare attenzione ai tratti bagnati o coperti di muschio. Del pari, attenzione estrema deve essere rivolta al meteo; in situazione di pioggia abbondante improvvisa, i liscioni diventano impraticabili e la sezione centrale del Giou de Ciauderona rischia di gonfiarsi ricevendo le acque delle pendici circostanti.